Riportiamo il recente comunicato unitario di AGeSC, CdO Opere Educative, CNOS Scuola, CIOFS Scuola, FAES, FIDAE e FISM. La delusione del mondo delle paritarie è forte perché nelle scorse settimane era sembrato crescere un consenso trasversale sulla proposta di aiutare le scuole paritarie – un terzo delle quali (almeno) è a rischio di chiusura immediata – a sistemare i loro bilanci se non in modo strutturale, attraverso il veicolo finanziario del costo standard, almeno in misura significativa, cominciando con il riconoscere alle famiglie il rimborso delle rette pagate e da pagare per quest’anno. E invece “solo briciole”, come le definisce un altro comunicato, quello della Fidae e di altre associazioni di genitori delle scuole cattoliche: 80 milioni in tutto, a fronte del miliardo e mezzo assegnato alle scuole statali.
Per protesta, nei giorni 19 e 20 maggio, in coincidenza con la discussione parlamentare degli emendamenti, le scuole cattoliche “interromperanno le lezioni e per questi due giorni chiediamo alle famiglie di esporre l’hashtag #Noi siamo invisibili per questo governo
mentre “ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese”.
Le scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti, organizzeranno conferenze, dirette, disegni, flash mob…, “tutto in diretta social per fare quel rumore costruttivo e responsabile che solo la scuola sa fare”. Un “rumore costruttivo”, prosegue il comunicato USMI-CISM, “che obblighi i nostri parlamentari, a non lasciare indietro nessuno perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, o non ripartirà”
Riportiamo il comunicato da parte della Presidenza CEI in cui si ribadisce il sostegno alle scuole paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana riconoscendone il valore sociale e il servizio pubblico.
Il Servizio di Pastorale Scolastica si unisce all’appello della CEI perché si uniscano le forze nella richiesta di un pieno riconoscimento della legge paritaria del 2000.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali
Scuole paritarie
Dalla Presidenza CEI appello e solidarietà
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana torna a rilanciare la forte preoccupazione espressa in queste settimane da genitori, alunni e docenti delle scuole paritarie, a fronte di una situazione economica che ne sta ponendo a rischio la stessa sopravvivenza.
Le paritarie svolgono un servizio pubblico, caratterizzato da un progetto educativo e da un programma formativo perseguiti con dedizione e professionalità.
Le forme di sostegno poste in essere dal Decreto Rilancio – in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza, a seguito delle misure adottate per contrastare la pandemia – ammontano a 65 milioni per le istituzioni scolastiche dell’infanzia e a 40 milioni per le scuole primarie e secondarie, a fronte di un miliardo e mezzo destinato alla scuola tutta.
Si tratta di un passo dal valore innanzitutto culturale, rispetto al quale si chiede al Governo e al Parlamento di impegnarsi ulteriormente per assicurare a tutte le famiglie la possibilità di una libera scelta educativa, esigenza essenziale in un quadro democratico.
Tra l’altro, le scuole paritarie permettono al bilancio dello Stato un risparmio annuale di circa 7.000 euro ad alunno: indebolirle significherebbe dover affrontare come collettività un aggravio di diversi miliardi di euro.
Come Presidenza della CEI chiediamo con forza che non si continuino a fare sperequazioni di trattamento, riconoscendo il valore costituito dalla rete delle paritarie. A nostra volta, stiamo verificando la possibilità di contribuire a sostenere alcune migliaia di studenti della scuola paritaria secondaria di I e II grado: un aiuto straordinario alle famiglie più in difficoltà, da imputarsi al bilancio CEI del 2020. Si tratterebbe di circa 20mila borse di studio, che agevolino l’iscrizione al prossimo anno scolastico, a tutela – per quanto possibile – di un patrimonio educativo e culturale unico.
Uniamo le forze, già in vista dell’imminente passaggio parlamentare, per non far venir meno un’esperienza che trova cittadinanza in ogni Paese europeo, mentre in Italia sconta ancora pregiudizi che non hanno alcuna ragion d’essere.
La Presidenza della CEI
Roma, 18 maggio 2020